SENZA GESTI SCONNESSI
“Tutto questo senza
parlare, senza gesti sconnessi
delle membra, senza emettere suoni, senza affollamenti,
senza promesse da appendere tra il fogliame
senza misure.”
delle membra, senza emettere suoni, senza affollamenti,
senza promesse da appendere tra il fogliame
senza misure.”
La
poesia può essere anche così, senza gesti sconnessi, dolcemente melanconica,
segnata da un dolore che resta sempre , quasi sempre sottotraccia, armonica,
senza attese ma non aggrappata alla memoria perché la memoria conduce a
presenze che non hanno mai decretato l’assenza. L’assenza si verifica quando
qualcuno non risponde più al nostro cuore, quando , senza avvederci, ha
lasciato un vuoto subito colmato. Noi siamo di incontri lungo un percorso mai
rettifilo e quindi cambiamo direzione, sostiamo, riprendiamo lungo la stessa
via, ma qualcosa è mutato, poco o tanto e, se è vero che siamo natura, la
cultura, che è la dimensione spazio-temporale che ci è stata data da vivere ci
rende duttili, forte e fragili, integri e frammentati. A volte saldi, saldissimi.
Il
pensiero poetico non procede per relazioni logiche ma analogiche; là dove una
parola chiama altra risponde , a volte per assonanza, a volte per relazione
metaforica, altre per una delle tante figure retoriche di morfologia e di sintassi. Quando il poeta
scrive non è consapevole dell’attività mentale e sentimentale che si compie
dentro di lui ( e quando il lettore se ne avvede significa che la poesia è
cerebrale, che una porte, lessico o
immagine o forma,…, ha prevaricato sugli altri aspetti); la sua azione di
setaccio espressivo procede per visioni e associazioni; la grande varietà
espressiva della poesia lo testimonia.
Valdo
Immovilli è poeta di increspature, di voli radenti, di sguardo che si ferma
all’orizzonte e umilmente dice che non conosce l’oltre:
“C’è qualcosa di così grande
in fondo al cuore.
Ecco, il germano reale si sta
alzando in volo,
guarda, guarda, guarda… come
ci porta via.”
C’è molta tenerezza nel
denunciare la grandezza e l’umiltà dell’uomo; direi che è proprio attraverso
ossimori che Valdo ci colpisce e giunge alla condivisione con il lettore
Niente resta incistato nei suoi
versi che si aprono come la corolla di un fiore :
“Ma quando, consapevolmente,
mi allontano
non è per andare via,
ma per restare più vicino.”
Questi brevi versi danno ragione
di quanto ho sopra affermato relativamente all’assenza e all’uso dell’ossimoro;
siamo noi ,creature imperfette e colme di contraddizioni, che solo attraverso
di essi possiamo dirci in un accento di verità, quando anche questa ha un
sapore amaro: coglietene la tenerezza, appunto, la tenerezza che sa annientare
la disperazione:
“ Un vestito
nuovo, le scarpe, l’asciugacapelli l’anellino,
la camicia da notte ; tutto pronto, tutto prenotato.
Senza dita tra i capelli, senza mani, senza palmi,
senza pelle, senza labbra....., senza labbra.”
Non è una persona speciale Immovilli: ama, sente, soffre, ha fame, ha sonno, non diversamente da ciascuno di noi; eppure tanta umanità non lo ferisce, né lo induce a ferire , anzi si avvicina quasi a tenderci la mano , ad affratellarci.
la camicia da notte ; tutto pronto, tutto prenotato.
Senza dita tra i capelli, senza mani, senza palmi,
senza pelle, senza labbra....., senza labbra.”
Non è una persona speciale Immovilli: ama, sente, soffre, ha fame, ha sonno, non diversamente da ciascuno di noi; eppure tanta umanità non lo ferisce, né lo induce a ferire , anzi si avvicina quasi a tenderci la mano , ad affratellarci.
La profondità e la mitezza del
suo sentire lo accompagna anche nella descrizione degli eventi naturali, degli
animali; gli fa tenere sempre aperta una porta … per accogliere chi lo volesse
avvicinare con la disponibilità del cuore.
Narda Fattori.